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Ricette nuove per risanare l'Italia, piani di lavoro e non solo tagli e tasse

Il crollo dell'economia globalizzata offre la possibilità di risvegliarsi a nuova vita, ma noi italiani dobbiamo capire che l'epoca industriale, giusta o sbagliata che fosse come scelta, è finita, il terziario, avanzato o meno ha i suoi limiti, e quindi bisogna fare un punto e a capo decidendo cosa vogliamo essere nel nostro futuro. Tracciare le linee alle quali i giovani, e non solo, si dovranno conformare per superare la disoccupazione. Invece di rimestare sempre e solo nelle stesse pentole: recupero crediti evasi, taglio di spese, nuove tasse, pensioni, patrimoniali, una tantum o addirittura la vendita di tutti i beni dello Stato (ciò che è venduto non c'è più e migliora le ricchezze come un fuoco di paglia), cercassero di fare un salto di qualità, proponendo nuove ricette basate sulle caratteristiche vincenti italiane: paese del sole e del sud, agroalimentare e turistico. Svegliatevi ministri dell'agricoltura e del turismo, se ci siete battete un colpo, proponete un piano strategico e strutturale per il futuro del paese e per lo sviluppo e l'occupazione. Tanto si potrà fare: infrastrutture (porti, ferrovie, piano ricettività e ospitalità) promozione, scolarità specifica, recupero di produzioni e aree agricole abbandonate, riconversioni aree industriali, migliorie al territorio e sviluppo delle energie rinnovabili, ottimizzazione e razionalizzazione e decentramento dei servizi per una redistribuzione della popolazione sull'intero territorio italiano decongestionando le grandi città e recuperando i paesi spopolati; promuovere, coordinare e razionalizzare l'afflusso turistico attrezzando anche le aree dell'Italia minore. Coinvolgete e non stressate il paese, ricette nuove per risanare.

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