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Arte Mercato Collezionismo e Crisi


Con la crisi finanziaria che, come un virus, infetta molti settori dell’economia reale, come è messo il mercato dell’arte?
I segnali che arrivano dalle aste, la borsa dell'arte, non sono incoraggianti: c’è un crollo nelle vendite. Basti pensare che dal 7 luglio 2011, il titolo Sotheby’s ha perso il 37% del suo valore sulla borsa di New York, passando da 47,8 dollari a meno di 30 dollari.
Alcuni addetti ai lavori però pensano possa ripetersi quel fenomeno di crescita che si verificò dopo la crisi del 2008-09. In tal senso, sarà interessante vedere come si comporteranno alcuni mercati in espansione, come quello cinese e brasiliano.

Il mercato dell’arte moderna e contemporanea risentendo, come tutti i settori economici, della grave crisi finanziaria che ha colpito il mondo intero, negli ultimi anni, conseguentemente, ha notevolmente ribassato il valore commerciale della maggior parte degli artisti ha subito. Se questo porterebbe ad escludere l’investimento in opere d’arte come sicuro ed affidabile, nonostante tutto, vede i collezionisti continuare a puntare proprio sulle opere d’arte come bene rifugio.
Decidere di difendere il potere di acquisto del proprio denaro comprando arte presenta però delle difficoltà maggiori rispetto ad altri beni rifugio, perché è indispensabile entrare nella logica che ogni opera è unica, e pertanto nulla può essere generalizzato. Un antico proverbio del settore, conosciuto da tutti i galleristi, sempre valido, recita: “l’arte non si misura a metro”. E’ indispensabile pertanto, prima di orientarsi in una scelta, conoscere tutti i risvolti che determinano il prezzo di un’opera. Il periodo di riferimento, il soggetto, in quale pubblicazione deve apparire per avere maggiore considerazione da parte degli addetti ai lavori, quale certificazione di autenticità è necessaria.
E’ fondamentale anche sapere in quale mostra è stata esposta, che galleria l’ha trattata, quale ne è lo stato di conservazione e così via.
Per impedire al neo collezionista di commettere i tipici errori dovuti all’inesperienza, si è affermata la figura dell’ art-advisor, un consulente professionale altamente specializzato in grado di trovare risposta ad ognuna di queste tematiche.
In questi tempi di crisi differenziare i propri investimenti è fondamentale e l’acquisto di opere d’arte può rivelarsi altamente redditizio, a patto di essere frutto di una scelta oculata.
Ed inoltre, diventare collezionisti, appaga anche il nostro senso estetico e culturale.

Il collezionista che ha scelto di investire nei 50 artisti italiani maggiormente considerati dal mercato (fonte ArsValue.com), ha visto aumentare mediamente il valore delle proprie opere del 60%, nonostante il calo degli ultimi anni. L’investimento in opere d’arte si è dimostrato, nel lungo periodo, altamente remunerativo. Ma vediamo nel dettaglio quali artisti italiani hanno avuto le migliori performance.
Carla Accardi ha visto quadruplicare il valore di un’opera su tela, così
come un arazzo di Alighiero Boetti. Triplicato negli ultimi dieci anni il valore commerciale di un sacco di Alberto Burri, di un olio di Afro, di una tela di Emilio Vedova. Una estroflessione di Enrico Castellani vale oggi cinque volte il suo controvalore dell’anno duemila, mentre Agostino Bonalumi è aumentato in dieci anni del 900% registrando una delle rivalutazioni più ragguardevoli. Raddoppiata la cifra sborsata
dieci anni fa per acquistare un olio di Giorgio De Chirico, di Mauro Reggiani, di Piero Manzoni. Ottima infine, considerando il crollo degli investimenti finanziari, la tenuta di artisti quali Arnaldo Pomodoro, Giorgio Morandi, Mario Sironi.

Ma i giovani e tutte le migliaia di artisti fuori dai giochi del mercato nazionale ed internazionale, che cercano di far conoscere la propria arte attraverso la miriade di gruppi dedicati all'arte su Facebook si domandano come entrare a far parte della borsa dell'arte?

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