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Il Creativo Lento

Il Creativo Lento vive con stile di vita parsimonioso, scandito dai ritmi naturali; consapevole di ogni momento della sua esistenza. Ama fermarsi a godere dell’attimo, dilatando il tempo.
Ama l’ascolto della parola come della brezza e del silenzio; osservare, seguire i pensieri, lo scorrere delle ore e il susseguirsi delle stagioni.
Sa condividere il tempo con chiunque, in ogni momento esprima il  bisogno di parlare; si arricchisce con gli incontri l’esperienza e la parola di tutti ed ognuno, dell’umile al pari del potente.
Si emoziona ed entusiasma del piccolo e del grande, di ogni incontro con uomini luoghi e paesaggi.
Ama “perdere tempo” appresso ad un’idea o intuizione che lo porta lontano dalla strada maestra, sempre pronto a cambiare percorso fuori dal seminato lungo sentieri sconosciuti, e ad  interrompere ogni attività in corso.
Ama i viaggi di prossimità, a km 0, alla scoperta del proprio paese, aggirandosi senza meta, sia col pensiero che con il passo; al ritmo che gli permetta di vedere guardare gustare ascoltare + che parlare.
Filosofo meditativo sognatore, ama pause e ozio creativo, distrarsi vagando nei pensieri e nei luoghi reali e virtuali, appropriandosi del proprio tempo, vivendolo con consapevolezza.

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Essere Creativi Lenti significa rifiutare l'immediatezza ansiogena, affermando che non tutto ciò che vale la pena di vivere vedere leggere è prodotto in fretta, e che molte azioni e pensieri sono resi meglio dopo essere stati pensati, formulati, elaborati, completati in ogni loro parte con calma.  


2
Il Creativo Lento digitale è consapevole che i pixel danno forma a parole e immagini preziose e rare; pertanto tralascia gli eventi contingenti e di stretta attualità, operando col suo ritmo, con il suo passo senza fretta, mai sull’onda dell’emergenza, condividendo esclusivamente i suo tempi, le sue regole e i suoi interessi.
Una riflessione da compiere con lo sguardo obliquo e crossmediale di chi è abituato a leggere la rete per quello che è: una struttura non gerarchica di nodi attraverso cui navigare alla ricerca di opportunità nuove, di stili contaminanti, di idee che non hanno timore di pensare in grande anche quando parlano a pochi o pochissimi.


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Il Creativo Lento va controtendenza, disgrega le mode, l’arte ha sempre regole provvisorie; cerca temi ed argomenti “fuori tema” che sono spesso forieri delle migliori idee; in processi in cui le intuizioni sanno farsi più evanescenti, restare in standby, per arricchirsi di spunti ed immagini, confluendo poi come parte di qualcosa di più grande.


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Il Creativo Lento sa rimanere in silenzio in mezzo al frastuono e alle violenze quotidiane; sa passare tra la banalità, la frantumazione, il crepacuore, l’ansia psicotica da fine del mondo. La cosa che vuole l’afferma e lo condivide nel momento che decide, nella convinzione che, se necessario, possa essere rimandato di settimana in settimana, al mese o all'anno successivo, rimanendo a guardare tutto e meditare senza mescolarsi alla massa.


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Il Creativo Lento rifiuta la dittatura dell’omologazione, della velocità per adeguarsi alla schiavitù dell’’economia di mercato per essere ricompensati col denaro e la considerazione basata sull’avere; niente condizionamenti né violenza alla creatività con la fretta, perché la sua idea contorta del bene comune e del benessere, ha fatto della considerazione un nemico terribile dei beni comuni, impostando ritmi che vietano la riflessione necessaria.
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