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Riempiamo di creatività il vuoto e la noia dei giovani

L’uso quotidiano delle tecnologie non garantisce da solo una piena consapevolezza se non è mirato ad un uso creativo.


Il rischio di vivere il presente senza padroneggiarlo con competenze e conoscenze trasversali a partire da quelle digitali, ma non solo. Con le tecnologie che permeano quasi ogni aspetto della nostra quotidianità, dal tempo libero, all’istruzione, al mondo del lavoro, essere in possesso degli strumenti cognitivi per padroneggiarle è cruciale. Coinvolgiamo i giovani in un gioco che insegni loro a conoscere i luoghi in cui vivono, ad usare internet conoscerlo per raccontarlo, raccontare e raccontarsi, al fine di creare senso di appartenenza, in grado di creare cittadini responsabili e consapevoli, resilienti creativi, combattenti e attivi. Anche chi si serve quotidianamente della tecnologia, non necessariamente dispone degli strumenti per gestirla in modo consapevole in tutti i suoi aspetti, ad esempio con la capacità di informarsi con spirito critico, sapendo distinguere tra le informazioni utili e corrette da quelle inattendibili o false. Anche da qui che passa la frontiera di una piena cittadinanza nel mondo di oggi, ovvero la differenza tra chi è solo un fruitore passivo di piattaforme e servizi di cui non ha una vera consapevolezza, e chi invece dispone dei mezzi, creativi e culturali, per muoversi con cognizione tra gli strumenti e le possibilità offerte dalle nuove tecnologie per essere attivi e non passivi. Le materie STAG Storia, Tecnologia, Arte, Geografia quindi sono uno strumento di cittadinanza che inserisce l’importanza di introdurre nuovi metodi di apprendimento che vada oltre la nozionistica di una scuola già stata superata nei decenni scorsi, per garantire a ragazze e ragazzi gli strumenti per vivere nella realtà che li circonda. Un approccio che valorizzi il contributo offerto dalle materie umanistiche nel riuscire a leggere e comprendere il funzionamento del mondo in cui viviamo, per diventare consapevoli di chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo. Con l’acquisizione di competenze fondamentali nel tempo presente, e a maggior ragione in quello futuro. Paradossalmente in un'Italia ricca di Storia Creativa, le Arti e il lavoro Artistico sono demonizzati e bullizzati, con il risultato che si "educhino" i giovani a vivere in un Paese che non esiste e per questo non vi trovano uno spazio vitale. È necessario ridurre i divari culturali rispetto alla possibilità di vivere in un mondo permeato dalle tecnologie: pensiamo alla DAD o allo Smart Working, demonizzati non perché sbagliati in sé ma perché non conosciuti da educatori e fruitori incapaci a padroneggiarli. La diseguaglianza tecnologica, spesso sbandierata, non esiste a livello tecnologico, in quanto tutti, compresi i bambini, hanno e usano cellulari, e molti tablet e computer in rete; piuttosto si tratta di una diseguaglianza culturale, di alfabetismo digitale e una diffusa incapacità a riempire di contenuti propri queste scatole vuote riempite da altri, abituati a lasciarsi guidare da altri ad occhi chiusi. Insegniamo ai giovani ad aprire gli occhi a utilizzare il cervello, fin dai primi anni di istruzione, realizziamo un'alfabetizzazione di massa agli strumenti digitali e nelle competenze relative alle Stag. Al fine di creare senso di appartenenza, in grado di creare cittadini responsabili e consapevoli, resilienti creativi, combattenti e rivoluzionari, offriamo ai giovani una bussola con la quale orientare i propri interessi, uno strumento di lavoro e occupazione dei tempi “morti”, una chiave di lettura ed un’educazione di rispetto della propria vita e al contempo di quella dei coetanei maschi e femmine e degli anziani, l’attaccamento ai propri luoghi, alla loro storia, che si riverbererebbe anche sul loro modo di vivere e perfino uno stimolo a cercare il lavoro senza abbandonarli. Insegniamo loro ad uscire fuori di sé con l’arte di narrare, il cosiddetto Storytelling, nulla è più efficace della narrazione del Territorio in cui si vive per catturare l’attenzione, stimolare il senso di appartenenza l’identità materiale ed immateriale dei luoghi, attivando un percorso di conoscenza che si trasforma in esperienza. Diamo loro una visione del loro territorio e della loro vita che vada oltre una percezione di marginalità ma di esperienza unica e importante come ogni altro luogo, perché la globalizzazione è un edificio fatto di mattoni locali. Un’esperienza motivante, multidisciplinare e multimediale con l’obiettivo di far scoprire, a giovani e non, il territorio in cui vivono, imparando a viverlo da dentro e a raccontarlo con la modalità dello storytelling, suggerendo percorsi di scoperta proponendo storie capaci di emozionare chi le scrive e le legge.

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