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MOSTRARE MOSTRARE MOSTRARE!
Cellulari sempre più potenti, promettono di rivoluzionare la fotografia; ma basta questo per far nascere veri fotografi?
Miliardi di immagini che perfino il Piano Strategico di Sviluppo della Fotografia in Italia, appena elaborato, indica, ed io condivido pienamente, come prova di un decadimento della qualità, una minaccia, una sciagura per la cultura visuale: la cui proliferazione, dice testualmente: “usura la dignità della fotografia, la rende indifferente nella sua banalità quotidiana, appiattisce la capacità di giudizio e di interpretazione”, insomma un’epidemia da cui difendere la fotografia vera.
Cellulari sempre più potenti, promettono di rivoluzionare la fotografia; ma basta questo per far nascere veri fotografi?
Se, in effetti, mettono a disposizioni strumenti tecnologici fotografici, sempre più sofisticati, chi offre il libretto d'istruzioni per realizzare fotografie con la F maiuscola che non siano solo selfie, autoscatti bulimicamente inutili?
Miliardi di immagini che perfino il Piano Strategico di Sviluppo della Fotografia in Italia, appena elaborato, indica, ed io condivido pienamente, come prova di un decadimento della qualità, una minaccia, una sciagura per la cultura visuale: la cui proliferazione, dice testualmente: “usura la dignità della fotografia, la rende indifferente nella sua banalità quotidiana, appiattisce la capacità di giudizio e di interpretazione”, insomma un’epidemia da cui difendere la fotografia vera.
Quindi, a fronte di questo disastro, sento la necessità di mettere a disposizione la mia esperienza e competenza di maestro fotografo e docente, per tentare di insegnare come e perché portare all'occhio una macchina fotografica o un cellulare; riflettere e parlare di cultura perché non è la macchina fotografica a fare la fotografia, ma ciò che si vuole raccontare, imparare a leggere le immagini aumentando le difese immunitarie critiche dei giovani, e non solo.
Gran parte delle discussioni sui social e nei forum fotografici si incentrano su quale macchina fotografica sia migliore, su quale obiettivo sia più nitido e se è meglio una reflex o una mirrorless.
Quasi mai si parla di contenuti, temi, progetti e su quale sia il modo migliore per raccontarli fotograficamente.
Fotografare è diverso dall'usare il mezzo fotografico per scattare fotografie.
Un giornalista è tale perché scrive delle storie e non perché sa usare il computer, la macchina da scrivere o la penna.
Così anche per il fotografo non conta sapere usare lo strumento tecnico perché oggi chiunque lo sa e può fare.
Una bella foto può essere come una rondine che non fa primavera, ed essere fine a se stessa.
È il racconto d'autore a fare veramente la differenza.
Sviluppare un proprio linguaggio, un proprio stile, sarà ciò che ti distinguerà dai milioni di fotografi esistenti.
Imparare la pazienza per ricercare la giusta foto e la giusta inquadratura perchè l'apparecchio possa restituire ciò che l'occhio e la mente hanno visto.
La fotografia piace a tutti perché è il mezzo per comunicare con facilità, persino più semplice del parlare o scrivere.
Adesso tutti quelli che vogliono fare gli artisti e non sanno far niente fanno i fotografi; ma senza talento, nemmeno il fotografo sarà un artista.
Per saper comunicare con la fotografia bisogna crearsi una cultura fotografica e generale più vasta possibile.
Se si vuole eccellere in un’arte specifica, è indispensabile sviluppare una sensibilità artistica a 360° e una cultura sconfinata.
Ansel Adams affermava che “non fai una fotografia solo con la macchina fotografica. Tu metti nella fotografia tutte le immagini che hai visto, i libri che hai letto, la musica che hai sentito e le persone che hai amato”. Questo è esattamente il mio insegnamento.
Conoscere l’arte nella sua totalità e, in generale, avere una grande cultura, fornisce molti più mezzi per capire il mondo che ci circonda, e quindi per fotografarlo nel migliore dei modi.
Molti scattano fotografie, come nell'adolescenza scrivono poesie, ma poi l'abbandonano presi dal frastuono e dai ritmi della vita; perché il poetare è simile al pregare, ha bisogno di silenzio, meditazione e contemplazione
Ma esprimersi con la fotografia non basta per essere un bravo fotografo, bisogna essere bravi autori, saper usare la fotografia per raccontare quello che si vede e si sente, non quello che si guarda, rendendo visibile l'invisibile.
Fotografo dal 1977, diplomato in Architettura al liceo Artistico, dalla nascita di internet, Web Artista digitale 2.0, Docente cultore della materia di Fotografia digitale, Storia e Lettura del Linguaggio Fotografico all'Accademia di Belle Arti (Roma e Aleppo), responsabile nazionale dei Fotografi dell'UGL Creativi, con i miei blog e i social network Twitter - Facebook - Google + - Pinterest - Instagram.
Io ho conosciuto e lavorato con la tipografia, la grafica, conosco bene l’applicazione dell’immagine sui mezzi, la stampa. Ho acquisito la capacità di leggere ed interpretare dell’immagine; mi interesso di arte, acquisto libri e visito mostre dei maestri della fotografia ma anche di arte antica, moderna e contemporanea.
Gran parte delle discussioni sui social e nei forum fotografici si incentrano su quale macchina fotografica sia migliore, su quale obiettivo sia più nitido e se è meglio una reflex o una mirrorless.
Quasi mai si parla di contenuti, temi, progetti e su quale sia il modo migliore per raccontarli fotograficamente.
Fotografare è diverso dall'usare il mezzo fotografico per scattare fotografie.
Un giornalista è tale perché scrive delle storie e non perché sa usare il computer, la macchina da scrivere o la penna.
Così anche per il fotografo non conta sapere usare lo strumento tecnico perché oggi chiunque lo sa e può fare.
Una bella foto può essere come una rondine che non fa primavera, ed essere fine a se stessa.
È il racconto d'autore a fare veramente la differenza.
Sviluppare un proprio linguaggio, un proprio stile, sarà ciò che ti distinguerà dai milioni di fotografi esistenti.
Imparare la pazienza per ricercare la giusta foto e la giusta inquadratura perchè l'apparecchio possa restituire ciò che l'occhio e la mente hanno visto.
La fotografia piace a tutti perché è il mezzo per comunicare con facilità, persino più semplice del parlare o scrivere.
Adesso tutti quelli che vogliono fare gli artisti e non sanno far niente fanno i fotografi; ma senza talento, nemmeno il fotografo sarà un artista.
Per saper comunicare con la fotografia bisogna crearsi una cultura fotografica e generale più vasta possibile.
Se si vuole eccellere in un’arte specifica, è indispensabile sviluppare una sensibilità artistica a 360° e una cultura sconfinata.
Ansel Adams affermava che “non fai una fotografia solo con la macchina fotografica. Tu metti nella fotografia tutte le immagini che hai visto, i libri che hai letto, la musica che hai sentito e le persone che hai amato”. Questo è esattamente il mio insegnamento.
Conoscere l’arte nella sua totalità e, in generale, avere una grande cultura, fornisce molti più mezzi per capire il mondo che ci circonda, e quindi per fotografarlo nel migliore dei modi.
Molti scattano fotografie, come nell'adolescenza scrivono poesie, ma poi l'abbandonano presi dal frastuono e dai ritmi della vita; perché il poetare è simile al pregare, ha bisogno di silenzio, meditazione e contemplazione
Ma esprimersi con la fotografia non basta per essere un bravo fotografo, bisogna essere bravi autori, saper usare la fotografia per raccontare quello che si vede e si sente, non quello che si guarda, rendendo visibile l'invisibile.
Fotografo dal 1977, diplomato in Architettura al liceo Artistico, dalla nascita di internet, Web Artista digitale 2.0, Docente cultore della materia di Fotografia digitale, Storia e Lettura del Linguaggio Fotografico all'Accademia di Belle Arti (Roma e Aleppo), responsabile nazionale dei Fotografi dell'UGL Creativi, con i miei blog e i social network Twitter - Facebook - Google + - Pinterest - Instagram.
Io ho conosciuto e lavorato con la tipografia, la grafica, conosco bene l’applicazione dell’immagine sui mezzi, la stampa. Ho acquisito la capacità di leggere ed interpretare dell’immagine; mi interesso di arte, acquisto libri e visito mostre dei maestri della fotografia ma anche di arte antica, moderna e contemporanea.
Partendo dal presupposto per cui non tutte le cose sono come appaiono, ma come vengono viste da ognuno con la propria cultura, i propri occhi cervello e cuore; che le fotografie sono una maniera di raccontarle, erroneamente considerate oggettive, voglio parlarvi di cultura dell'immagine.
Infatti, la fotografia è la rappresentazione del mondo esteriore filtrato col mondo interiore del Fotografo, che trae i motivi del proprio agire dalle profondità e ricchezza del proprio mondo spirituale etico ed estetico, secondo un piano che deriva dal karma dell’umanità nel corso delle epoche.
Dobbiamo renderci conto dell'importanza della Fotografia che ci permette di conoscere il 90% del mondo.
Infatti, noi non conosciamo l’intera realtà, ma conosciamo l’immagine che la rappresenta; la fotografia è diventata più reale del reale.
Dobbiamo renderci conto dell'importanza della Fotografia che ci permette di conoscere il 90% del mondo.
Infatti, noi non conosciamo l’intera realtà, ma conosciamo l’immagine che la rappresenta; la fotografia è diventata più reale del reale.
Quindi, al pari di quanto accade con il linguaggio verbale e scritto, ogni fotografia o racconto fotografico, non sono altro che un punto di vista soggettivo di chi scatta la fotografia, che usa una grammatica ed una sintassi, che informa in forma di notizia - immagine unica, sintetica, come quelle di Henri Cartier Bresson o Sebastiao Salgado - o di Racconto per immagini, basato sulla sequenza di fotografie che illustrano un episodio.
Ma quel che è pericoloso, il fotografo al pari dello scrittore, è in grado di imporre la fotografia, il suo punto di vista, anche subdolamente, in quanto noi non conosciamo il mondo, ma la sua fotografia che da sola è in grado di creare ed alimentare la nostra fantasia e l'immaginario collettivo e l'opinione pubblica, rimanendo dentro ognuno, agendo dapprima al livello più o meno cosciente e in secondo luogo rimanendo nel subconscio.
Ma quel che è pericoloso, il fotografo al pari dello scrittore, è in grado di imporre la fotografia, il suo punto di vista, anche subdolamente, in quanto noi non conosciamo il mondo, ma la sua fotografia che da sola è in grado di creare ed alimentare la nostra fantasia e l'immaginario collettivo e l'opinione pubblica, rimanendo dentro ognuno, agendo dapprima al livello più o meno cosciente e in secondo luogo rimanendo nel subconscio.
La grande informazione, e quella visiva soprattutto, credono di portare il mondo in casa, mentre in effetti aumentano la distanza sensoriale che ci separa dall’esistente.
Lavora sullo spettacolo, il lontano che diventa vicino e il vicino, reso in modo spettacolare, sembra sempre più lontano.
Tutto diventa inafferrabile, e sconosciuto, anestetizzando lo sguardo.
Il Fotografo può contare su un'arma comunicativa efficace ma che, se male utilizzata, con o senza dolo, può disinformare, creare fake news; l'immagine è pericolosa, come la polvere da sparo, può essere usata per fabbricare bellezza di fuochi artificiali, o costruire bombe intelligenti; perché vale più di mille parole, è strumento di comunicazione universale, in grado di coinvolgere tutti ed ognuno - dai bambini agli adulti - illusione di falsa oggettività, con la sua sintesi e immediatezza; attraverso la sua forza evocativa, la potenza testimoniale, supportate da un linguaggio esteticamente “accattivante”, largamente comprensibile.
La Fotografia, oggi, anche potenziata dalla diffusione aggiunta, offerta dalla rete internet, si disperde apparentemente, o troppo spesso, nel mare magnum della miriade di immagini prodotte e diffuse giornalmente; allora ha bisogno di supporti che la portino alla ribalta, che venga inserita in un progetto editoriale o di comunicazione. o come icona emozionale.
Meglio di mille parole, o in mano a fotografi privi di scrupoli, a rischio di imbroglio del pubblico, ignaro e/o distratto, in maniera diffusa e virale con la creazione di fake pictures.
Meglio di mille parole, o in mano a fotografi privi di scrupoli, a rischio di imbroglio del pubblico, ignaro e/o distratto, in maniera diffusa e virale con la creazione di fake pictures.
Da qui la necessità di creare una cultura della fotografia, un'educazione all'immagine per la consapevolezza dei messaggi veicolati.
Auspico che il mio sguardo, la mia testimonianza soggettiva ma sincera ed onesta, la mia Fotografia, possano stimolare una nuova consapevolezza e percezione visiva; nella convinzione che le mie considerazioni di cultura fotografica rivestano un ruolo di cittadinanza attiva e di impegno politico e sociale, inducendo a meditare e riflettere, arricchendo mente e spirito, evitando l’imbarbarimento di singoli e società; contribuendo a migliorare “l’estetica e l’etica del quotidiano” e, quindi, la qualità della vita, per un mondo migliore.
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Se la mia opera ti piace, perché non mi offri anche solo 0,50 centesimi o 1 € per sostenere il mio impegno non profit a favore dell’Italia minore con la M maiuscola
Cell: +39 320.2590773 - +39 348.2249595 (anche Whatsapp)
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