Post in evidenza

Breve riflessione sullo ….. sviluppo della fotografia, oggi che il digitale ha permesso la democratizzazione dell'accesso e dell'eccesso

Quando cominciai a occuparmi e appassionarmi alla fotografia, eravamo in pochissimi. Trovare una rivista fotografica in edicola significava scavare dietro la schiena dell’edicolante, come se fossero riviste per soli uomini. C’erano solo i mensili Progresso FotograficoTutti Fotografi, Zoom, Fotografare e Photo italiana. Libri di tecnica, pochissimi, e fotolibri uno massimo due all’anno. Mostre fotografiche, nulla.

Io cominciai ad alfabetizzarmi con i soldi della paghetta settimanale, anzi mensile, iniziando con l’acquisto del mensile “Fotografare“, sostituito poi con “Progresso Fotografico“, e da un corso fotografico della Radio Elettra. Oltre le schede tecniche, la dotazione era: una lampadina rossa, un torchietto per la stampa a contatto dei negativi, tre bacinelle 13×18 cm, un paio di pinzette per non toccare la carta fotografica durante lo sviluppo, 3 bottiglie per conservare lo sviluppo e il fissaggio e il bagno di arresto con acido acetico, una tank per lo sviluppo delle pellicole in bianco e nero.
Trovare ascolto, farsi notare, era impresa difficilissima. Molto lavoro si svolgeva nell’intimo di una ricerca privata. Si sussurrava.
Oggi, è una torre di babele, un mondo rutilante e, tra reale e virtuale, non si riesce a tenere più il conto dei fotografi appassionati, professionisti, dilettanti, artisti. Mostre, libri, siti internet che si accavallano e straripano in ogni dove.
Il digitale ha permesso la democratizzazione dell’accesso e dell’eccesso, da parte di tanti che spesso si spingono sui sentieri dell’arte, a volte con risultati dubbi, spesso senza approfondire il “linguaggio” e la “letteratura” fotografici prodotti dai maestri.


Commenti