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Meno e meglio. Crescere responsabilmente per progredire

Sgombrerei subito il campo dai malintesi lessicali sostituendo il termine "decrescita" con "Crescita responsabile e razionale". Infatti il termine coniato dal filosofo ed economista francese Serge Latouche, ripreso dall'autore del libro, Maurizio Pallante, spaventa e rende ostili i più in quanto fa immaginare sacrifici e perdite di diritti acquisiti. Invece, decrescere vuol dire abbandonare una cultura della crescita consumista per diventare consapevoli di ciò che si fa e si sceglie per vivere; abbandonare l'economia di mercato per tornare ad un'economia di comunità e di condivisione, l'economia creativa per una scelta di vita creativa. Non è la riduzione quantitativa della produzione e del consumo, bensì l'uso qualitativo che se ne fa; è il rifiuto razionale di ciò che non serve, riappropriandoci del nostro tempo e del tempo dedicato ai rapporti interpersonali.
Orologi e soldi, invenzioni diaboliche, e come afferma Marco Aime:"Gli orologi sono diventati la condanna dell'uomo occidentale, perché segnano non il trascorrere del tempo, ma il denaro che guadagnamo o perdiamo. La monetizzazione del tempo lo ha reso una merce, condannando le nostre esistenze ad una velocità sempre maggiore".

La felicità, il benessere, la qualità della vita non hanno alcuna relazione diretta con la ricchezza materiale. Avere molto non significa stare bene. Al contrario, staremo meglio se sapremo proporci come obiettivo non il meno, ma il meno quando è meglio. Maurizio Pallante racconta nelle pagine del libro "Meno e meglio" (Bruno Mondadori editore - € 14) una rivoluzione fatta di semplicità, di ragione e di rispetto, che si fonda sulla scelta di ridurre la produzione e il consumo delle merci che non soddisfano nessun bisogno. Dalla crisi di oggi - che è ambientale, energetica, morale e politica, oltre che economica - si potrà uscire se la società del futuro saprà accogliere un sistema di vita e di valori fondato sui rapporti tra persone, sul consumo responsabile, sul rifiuto del superfluo.
Forse, e senza forse per andare avanti dobbiamo tornare un po' indietro. Insomma, la gente, magari aiutata anche dalla crisi economica, dovrà iniziare a "decolonizzare il proprio immaginario" per dirla con Serge Latouche, bonificando la mente dalle necessità imposte dal mercato. La decrescita, crescita responsabile e razionale, è tanto osteggiata dal sistema come mostro malefico che combatte destabilizzando il sistema dei valori su cui l'economia di mercato, della crescita, si è resa desiderabile e ha omologato progressivamente le persone, inducendole ad identificare la realizzazione umana con il consumo delle merci, a preferire l'inorganico all'organico, le strade intasate dalle automobili e gas di scarico a un sentiero di campagna, una barriera di palazzoni a una pineta, un autogrill ad una trattoria di paese, una bibita dolciastra gassata a un bicchiere d'acqua di fonte. La decrescita, crescita responsabile e razionale, manda in frantumi gli schemi mentali che ingabbiano le menti e libera l'autonomia del pensiero critico. Pertanto la crescita responsabile e consapevole è una strada che chiunque può iniziare a percorrere e testimoniare liberamente nella propria vita e condividere con gli altri,  anche se la stragrande maggioranza continua a subordinare la propria alle esigenze della crescita della produzione e del consumo delle merci, dei tempi asfissiati dal lavoro, dalla fretta e dall'angoscia di far soldi per stare appresso al consumo.



Maurizio Pallante e la Decrescita
Nato a Roma nel 1947. Laureato in lettere, e stato insegnante e preside. Da qualche anno vive in una cascina tra i boschi e le colline del Monferrato astigiano, dove svolge attività di ricerca e di pubblicazione saggistica. Due sono i filoni della sua opera: le politiche energetiche e tecnologie ambientali e la letteratura. Ha fondato il Movimento per la Decrescita Felice

Maurizio Pallante Ospite di "Le Storie" di Corrado Augias - Rai 3
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