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Linee guida per governare il territorio italiano

6 verbi: Difendere, Recuperare, Riutilizzare, Demolire, Ripristinare, Riconvertire, e 4 linee guida per una proposta concreta ed operativa, su cui impegnarsi ed investire, per governare il prezioso e fragile territorio italiano, giardino emozionale diffuso, puntando sulla reversibilità di fenomeni che possono essere controllati dalla politica, e possono creare lavoro e ripresa economica.


DIFENDERE IL PAESAGGIO. Basta con l’idea per cui lo sviluppo urbano debba essere infinitamente estensivo; tornare invece alla ruralità, a presidiare e ridare valore ai terreni agricoli; territori di cui l’uomo si prende cura, dove l’uomo ritrova sé stesso ed il contatto con i propri simili e la vita, il giusto equlibrio tra essere ed avere, e che è in grado di usare in maniera ecosostenibile, per produrre beni immediatamente spendibili attraverso l’agricoltura, la pastorizia, la forestazione, le attività economiche e turistiche legate alla terra e all’agriturismo.
Creare servizi per territori che abbiano un’utilità evidente, tornando ad essere vissuti perché sono luoghi di lavoro e di impegno, esprimendo un valore effettivo.



RECUPERARE L’IDENTITA’ TERRITORIALE. Il Genius Loci, l’interazione tra le vocazioni intimamente legate ai territori, valori aggiunti, materiali ed immateriali, agricoltura, agroalimentare, ambiente, accoglienza, arte, che non hanno bisogno di essere esportate, né possono essere imitate o delocalizzate, ma semplicemente offerte e vendute per un turismo intelligente.  


RIUTILIZZARE E RECUPERARE. Occorre tornare a rioccupare l’intero territorio, i medi e piccoli Comuni, puntando non più alla realizzazione di nuove costruzioni ma al recupero di edifici e strutture destinabili a usi pubblici; riutilizzare aree militari dismesse e/o piccoli centri abitati abitati abbandonati, in alberghi diffusi.
Trasformare le città, agendo nei centri storici, rutilizzando le strutture vuote, riempiendo e riportando vita e in vita luoghi altrimenti inutilizzati.


DEMOLIRE RIPRISTINARE RICONVERTIRE. La violenza e l’abuso operati con arroganza da chi, pubblico e privato, ha costruito pezzi di città e borgate popolari, veri e propri ghetti, senza piani urbanistici e paesistici, brutture che hanno intristito il paesaggio e l’animo umano di chi vi abita, senza rispetto per le volumetrie e l’armonia del bello, può e deve portare a pensare e progettare azioni che non sono da esorcizzare: le demolizioni. Non è vero, infatti, che non si possa ripristinare il paesaggio.
Il paesaggio può essere recuperato anche attraverso demolizioni molecolari che colpiscano uno dei mali del nostro territorio: l’abusivismo, anche quello istituzionale ed istituzionalizzato attraverso piani particolareggiati e variazioni sui piani urbanistici.

Riprendere la legge 431 8 agosto 1985 (Galasso) (vedi testo), realizzare mappe paesistico territoriali, sull’abusivismo e l’iper cementificazione, per combattere il dissesto idrogeologico, sarebbe un  segnale forte, offerta di nuove attività lavorative per le nuove generazioni, e la proposta di un modello di sviluppo possibile ed ecosostenibile, anche finalizzato alla riattivazione dei lavori edili e, per le imprese, che potrebbero specializzarsi e investire nel settore delle demolizioni e ristrutturazioni.
Non sarebbe male anche rileggersi la Legge Bottai, citata anche da Galasso, Legge 29 giugno 1939. n. 1497 "Protezione delle bellezze naturali" (G.U. 14 ottobre 1939, n. 241) (vedi testo)

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