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Qualità della vita non è solo PIL ma PIF: Italia al 50° posto in Europa

Come ogni anno, il Sole 24 presenta la fotografia di un'Italia che utilizza un'ottica aziendale di Efficienza, Consumi, Servizi.
Una ricerca che fa discutere e discettare, ma alla quale mancano voci importanti quali:
Ambiente e Risparmio Energetico - Rapporti Umani e Solidarietà - Creatività e Artigianato - Stress e vita a misura d'uomo e di donna - Conoscenza del proprio Territorio e della Geografia Italiana, Bellezza e sua Percezione - Identità materiale e immateriale.

La gara 2019 vede 1a Milano e 107a Caltanissetta



Milano - 1ª Affari e Lavoro - 2ª Ricchezza e Consumi - 3ª Cultura e Tempo Libero - 5ª Ambiente e Servizi - 9ª Demografia e Società - 107ª Giustizia e Sicurezza


Caltanissetta 107ª Affari e Lavoro - 84ª Ricchezza e Consumi - 104ª Cultura e Tempo Libero - 91ª Ambiente e Servizi - 71ª Demografia e Società - 48ª Giustizia e Sicurezza

L’Italia non è un Paese tanto felice, anche se nella lista di nazioni felici è messa meglio della Siria, dell’Afghanistan e dei Paesi della fascia sub-sahariana. Il Burundi è l’ultimo in classifica. 

No comment.
Ma nella vita, non c'è solo Pil ma anche Pif, il "Prodotto Interno della Felicità", come indicatore di sviluppo.

Ma come si calcola il PIF?
I fattori da tenere in considerazione sono diversi.
Tanto per cominciare, le persone si dimostrano più felici se vivono in società dove le disuguaglianze sono ridotte.
Per calcolare la felicità si tiene presente il Pil reale pro capite, ma anche l’aspettativa di vita in buona salute, l’avere qualcuno su cui contare, la libertà percepita nel fare scelte di vita, la mancanza di  corruzione e la generosità o solidarietà.
«La misurazione della felicità percepita e il raggiungimento del benessere dovrebbero essere attività all’ordine del giorno di ogni nazione che si propone di perseguire obiettivi di sviluppo sostenibile», afferma Jeffrey Sachs, co-redattore del rapporto mondiale "World Happiness", che classifica 156 Paesi, direttore dell'Earth Institute alla Columbia University.
«Al posto di adottare un approccio incentrato esclusivamente sulla crescita economica - aggiunge - dovremmo promuovere società più giuste e sostenibili dal punto di vista ambientale».

Per tornare alla graduatoria del Sole 24 Ore, Milano conferma la sua leadership e vince per il 2° anno consecutivo la Qualità della vita 2019, ma quale qualità?, a leggere i dati si tratta di efficienza in chiave aziendale.
La graduatoria del Sole 24 Ore giunta alla
30ª edizione è pubblicata sul sito (clicca qui).

La Qualità della vita 2019 è una versione extra large della tradizionale indagine del quotidiano sul benessere nei territori, su base provinciale: rispetto all'anno scorso, infatti, il numero di indicatori è aumentato da 42 a 90, divisi in sei macro aree tematiche che indagano altrettante componenti dello star bene.
Le classifiche di tappa sono: "Ricchezza e consumi", "Affari e lavoro", "Ambiente e servizi", "Demografia e società", "Giustizia e sicurezza", "Cultura e tempo libero".
Se il caso di Milano è emblematico, questa classifica fotografa le performance positive di tutte le province delle grandi città: Roma, 18ª, sale di tre posizioni rispetto alla classifica dello scorso anno.
Napoli, pur essendo nella metà inferiore della classifica generale (81ª), rispetto alla scorsa edizione della Qualità della vita ha all'attivo una salita di 13 posizioni. Sulla stessa linea le performance di Cagliari, che fa un balzo di 24 posizioni (20ª), Genova sale di 11 gradini (45ª), Firenze di sette (15ª) e Torino è 33ª (+ 5 sul 2018).
Infine, Bari mette a segno un incremento di 10 posizioni, raggiungendo il 67° posto.
Bologna in calo pur restando nella parte alta della classifica al 14° posto.

Milano vanta più record: oltre alla prima posizione nella classifica generale, ottiene anche il primato nella categoria "Affari e lavoro", il 2° posto nella classifica di tappa "Ricchezza e consumi" e il 3° in "Cultura e tempo libero".
È negativa, invece, la performance in "Giustizia e sicurezza" 107° posto, maglia nera contro il 48° di Caltanissetta: infatti, il capoluogo lombardo, con la sua provincia, si piazza in ultima posizione soprattutto per numero di reati denunciati e litigiosità.
Un dato che potrebbe essere letto anche come segno che a Milano, a differenza di altre realtà geografiche, i cittadini denunciano di più i reati.
Subito dietro il capoluogo lombardo, nella classifica generale 2019, si confermano le province dell'arco alpino: sul podio ci sono anche Bolzano 2ª e Trento 3ª, seguite da Aosta 4ª.

A spingerle sono i record "di tappa", ovvero le macro aree tematiche di cui è composta la classifica generale: Aosta è prima in "Ricchezza e consumi", Trento vince in "Ambiente e servizi" e Bolzano in "Demografia e società".
Per gli altri record di tappa, Oristano 1a in "Giustizia e sicurezza" e Rimini 1a in "Cultura e Tempo libero". Nella top ten delle province più vivibili, dove si incontrano anche Trieste (5ª) e Treviso (8ª), quest'anno entra la provincia di Monza e Brianza, che sale di 17 posizioni fino alla sesta, Verona che ne guadagna 7 e arriva al 7° posto e - a chiudere la top ten - Venezia e Parma che salgono rispettivamente di 25 e 19 piazzamenti. La coda della classifica è occupata dalle province del Sud: Caltanissetta occupa l'ultimo posto per la 4ª volta nella storia dell'indice, dopo le performance negative del 1995, nel 2000 e nel 2008. Foggia (105ª) e Crotone (106ª) la precedono di poco. Su base regionale, riemerge la contrapposizione Nord-Sud, con Trentino Alto Adige, Valle d'Aosta e Friuli Venezia Giulia sul podio, seguite dal Veneto, presente nella top 10 con 3 province, dall'Emilia Romagna - che cresce, soprattutto nella classifica di tappa "Affari e Lavoro" - e dalla Lombardia.
In fondo alla classifica, invece, ci sono Sicilia e Calabria, rispettivamente ultima e penultima. (Ansa.it)

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