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Digito ergo sum, nativo digitale vs digitale nativo

Si parla tanto dei nativi digitali
, ossia dei ragazzi nati nell'epoca in cui il digitale già esisteva, pensando che siano loro coloro che sanno utilizzare al meglio computer e il web.

Ebbene, vi do una notizia, io che a 63 non sono un nativo digitale, ho uno scatto in più dei nativi digitali, perché ho visto nascere il digitale, ossia per me è il digitale che è nativo nella mia vita, e col digitale ho potuto fare sintesi tra tutte le mie conoscenze precedenti e quelle digitali successive.

Io ero ansioso di mettere le mie mani su una tastiera collegata in rete e cominciai con il Videotel; successivamente mi dotai di un computerino Sinclair con tastierino in gomma che mi permise di collegami in una rete che mi permettesse non di ricevere ma di condividere i miei progetti.

Poi comprai il mio primo desktop, un Compaq col quale iniziai a decostruire e costruire siti, ponendomi l'obiettivo di creare un portale che raccogliesse i siti che mi interessavano.

Intanto, grazie al passaggio dalla fotografia analogica al digitale, cominciai ad utilizzare Photoshop.

E arrivò il tempo del primo notebook Compaq.

Tutti i miei interessi l'arte, la geografia, i viaggi, attraverso la possibilità di scrivere, fotografare, usare i miei libri e tutto ciò che trovavo nell'immensa biblioteca del web, tutto diventa materiale utile da pubblicare in rete, aprendo blog e diffondendo in maniera virale il mio sapere e il mio pensiero attraverso i social network.

«Siamo convinti che stiamo entrando in un'era tecnologica in cui saremo in grado di interagire con la ricchezza delle informazioni dal vivo non solo nel modo passivo in cui siamo abituati ad usare libri e biblioteche, ma come partecipanti attivi di un processo in corso, portando un contributo mediante le nostre interazioni e non semplicemente ricevendone qualcosa dalla nostra connessione» (Joseph Licklider 1968)

«Sono sempre stato interessato a studiare la maniera in cui si collabora tra persone, se si stava in aula si scriveva su una lavagna; io cercavo un sistema che permettesse a tutti di confrontarsi e di tenere sotto controllo la memoria istituzionale di un progetto»  (Timothy Berners-Lee - inventore del www world wide web - 1984)

E queste due frasi, come l'idea di scrivere queste considerazioni, l'ho estrapolate da una trasmissione televisiva - la televisione altro strumento formativo, informativo, culturale, insieme alla radio che uso far interagire per suggerimenti utili - #maestri su Rai Storia; di più, non avendo avuto il tempo di copiarle, sono tornato al computer, collegandomi a Rai Play, per rivedere l'intervento del professore, Stefano Morici filosofo, e fermando la trasmissione sui cartelli.

Allora, a voi la sentenza, chi è nativo digitale, l'uovo o la gallina?

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