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Internet siamo noi a renderlo più sicuro e vivibile come ogni ecosistema

Safer Internet Day (Giorno per l’Internet Più sicuro) 2021: oggi, come ogni 9 febbraio, ricorre la Giornata mondiale per la sicurezza in rete. 

Istituita e promossa dalla Commissione Europea, ha come obiettivo quello di porre l’attenzione su un uso consapevole della rete e di portare ad una riflessione tra i ragazzi. 

Oggi il Safer Internet Day si celebra in circa 140 paesi in tutto il mondo. 

Giunta alla sua 18° edizione, il tema della Giornata Mondiale per la sicurezza in rete è “Together for a better internet” ovvero “Insieme per un Internet migliore“. 

E, per questo, invita tutte le parti interessate a unirsi per rendere Internet un luogo più sicuro per tutti, soprattutto per i più giovani.

Tutti noi possiamo svolgere un ruolo importante nel rendere il web più protetto e vivibile, come ogni ambiente, perché internet è un ecosistema e come tale risente di inquinamenti.

Mi chiedo, arrivati alla 18^ edizione, i diciottenni sono in grado di usare consapevolmente la rete?

Sanno che la rete non deve irretire ma aiutare a creare network ossia condivisione e partecipazione?

Io non sono d’accordo con i catastrofisti della rete, perché la sicurezza in internet è come la sicurezza nella vita tout court, la vita non si divide in virtuale e in reale, se non per il sogno, pericoloso non meno della vita fuori dallo schermo, pericoloso non più e non meno della televisione.

Si tratta di educare a vivere online come offline.

Ricordate quando agli inizi si parlava di navigare sulla rete?

Allora bisogna imparare a navigare in sicurezza, per non naufragare affidando la nostra crociera al comandante Schettino. 

Io non ho avuto la possibilità di interfacciarmi ed interloquire con i miei nonni e i miei genitori, per ricevere suggerimenti, informazioni e suggestioni culturali ed educative, come posso fare con i mie figli, e nipoti, grazie ai social, a whatsapp, con testi, video, audio.

La realtà è che famiglia e scuola, le due agenzie alle quali è demandata l’educazione dei ragazzi, ma anche di sé stesse, dovrebbe educare a vivere e dare un mansionario per farlo.

Ma per formare ed insegnare, bisogna ancor prima conoscere e vivere ciò che si insegna.

Per educare bisogna dare l’esempio, buono o cattivo che sia, e testimoniarlo. 

È sempre una questione di scelte, di regole, di tempi scansionati.

Si potrebbe ormai fare a meno dell’automobile o di mangiare?

La risposta è no, e come bisogna educarsi a guidare con prudenza, bisogna mangiare più consapevolmente, limitandosi a ciò che è buono e sano, quanto basta e non di più, né bulimici né anoressici, allo stesso modo bisogna educarsi all’uso di Internet.

Internet siamo noi, con la nostra personalità, la nostra cultura, i nostri interessi; prima bambini, poi adolescenti ed infine adulti.

Io, abituato da sempre ad agire ed essere attivo politicamente e socialmente, interessato all’arte e alla cultura, oriento gli algoritmi sui miei interessi, scrivo e pubblico attraverso l’uso dei miei blog e sui social, ricerco temi e siti in linea con i miei interessi; divulgo la conoscenza dell’Italia, pubblico la mia arte, coinvolgo, o tento di coinvolgere su ciò che mi è sempre interessato ancor prima di internet.

Siamo noi, ancora una volta, immersi nel "villaggio globale" (1968) il metaforico ossimoro adottato da McLuhan per indicare come l'evoluzione dei mezzi di comunicazione ha permesso comunicazioni in tempo reale a grande distanza, e il mondo sia diventato piccolo, assumendo di conseguenza i comportamenti tipici di un villaggio. 

Non si può più parlare di virtuale e reale, perché cellulari, computer e tablet non sono più altro da noi ma l’estensione dei nostri sensi.

Dobbiamo farcene una ragione, chi si oppone o ne ha paura è come chi ha paura dell’immigrato e dell’extracomunitario, chi non lo conosce o si ostina a conoscerlo.

La Rete è un universo pieno di opportunità come la Vita, ma in ambedue ognuno deve scegliere le compagnie giuste, e il proprio ruolo nella Società come nella Rete.  

Bisogna usare la Rete e non farsi usare, come vivere e non lasciarsi vivere, agire ed interagire, vivendo responsabilmente.

«Una volta che abbiamo consegnato i nostri sensi e i nostri sistemi nervosi alle manipolazioni di coloro che cercano di trarre profitti prendendo in affitto i nostri occhi, le orecchie e i nervi, in realtà non abbiamo più diritti. 

Cedere occhi, orecchie e nervi a interessi commerciali è come consegnare il linguaggio comune a un'azienda privata o dare in monopolio a una società l'atmosfera terrestre»

(Marshall McLuhan, Gli strumenti del comunicare, 1964)


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