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L’Italia del grande vecchio

Italia paese dei balocchi, in cui gli italiani si illudono da sempre, di poter risolvere i propri problemi, soprattutto quello di avere tutto e tanto,  solo diritti, senza doveri ed impegni personali, affidandosi a qualcuno che ci lasci liberi di occuparci degli affari personali (i fattacci propri).

Chi ricorda quel “grande vecchio” di cui tanto si parlò negli anni 1970; quel misterioso personaggio cinico e baro che, senza apparire, avrebbe controllato e manovrato gruppi sociali, politici, economici, parlamentari ed extraparlamentari, movimenti eversivi come le Brigate Rosse.

Poi si fece cadere la prima Repubblica, fatta di tanti vecchi politici, illudendosi di aver abbattuto ed estirpato il grande male della democrazia.

Ed oggi?

Dopo esserci illusi di affidare il paese a giovani politici rampanti, presuntuosi ed ambiziosi, svecchiando il Parlamento, ci ritroviamo a chiamare in aiuto il Presidente Mattarella, un grande vecchio saggio, politico della prima Repubblica, padre e nonno della Repubblica, a far fronte ai danni operati dai figli.

I giovani hanno messo in discussione tutto quello che i padri e le madri costituzionali con tanta fatica e raziocinio, avevano scritto e realizzato; hanno, tra l’altro, tagliato dalle Province al numero dei rappresentanti parlamentari, senza migliorare nulla, ma anzi peggiorando la situazione finanziaria e gestionale ed amministrativa del Paese. 

Eppure sarebbe bastato continuare da dove si era arrivati, senza mettere in discussione ma mantenendo ciò che funzionava e migliorando ciò che c’era da migliorare. 

Invece, come in ogni impresa, la prima generazione costruisce, la seconda sopravvive sulla gloria, e la terza si mangia tutto, distruggendo ciò che si è costruito, perfino l’idea e lo spirito di fondo.

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