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Chiari capitale del libro 2020

Chiari è la "Capitale italiana del libro" per il 2020. 

Il Consiglio dei Ministri ha approvato la proposta del Ministro per i Beni e per le Attività Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, di conferire al Comune di Chiari in provincia di Brescia, uno dei più colpiti dalla epidemia da Covid-19, il titolo di "Capitale italiana del libro per l'anno 2020".

"Così come è accaduto per il titolo di Capitale Italiana della Cultura - che ha tratto ispirazione da quello di Capitale Europea -, anche la "Capitale italiana del Libro" genererà meccanismi virtuosi capaci di sviluppare progetti culturali, coinvolgenti e innovativi" ha dichiarato il ministro Franceschini.

"Conferire il titolo a Chiari è inoltre il giusto riconoscimento alla microeditoria e alla produzione degli editori indipendenti che in questa città trovano da 18 anni una importante Rassegna di scambio e promozione che sarà organizzata anche quest'anno, dal 13 al 15 novembre, in una edizione rispettosa dei protocolli sanitari.

Questo riconoscimento - ha concluso il ministro - arriva in un anno particolare e in un territorio fortemente colpito dalla pandemia in cui, ora più che mai, è giusto rafforzare il sostegno al settore del libro. 

Nei mesi più duri del lockdown, Chiari ha trovato proprio nella lettura, compiuta attraverso i canali social dell'amministrazione, uno degli strumenti per sostenere la comunità. 

Ora questa esperienza può diventare un modello".

Il titolo di Capitale del libro, che in questa prima edizione è stato attribuito per legge dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, dal prossimo anno sarà conferito all'esito di un'apposita selezione in cui una commissione di esperti valuterà i progetti presentati. (fonte ANSA). 

Clicca qui per il programma sul sito Microeditoria.it

Chiari (Brescia BS - Lombardia)

Il toponimo pare attestato come «Castro Clarae» nell'anno 1148, ed è «Claris» nell'anno 1412, da cui l'etnico clarense o clarese (DETI «Dizionario degli Etnici e dei Toponimi Italiani»). 

Formalmente è possibile una derivazione sia dal personale latino Clarus sia dall'aggettivo clarus nel significato di "spoglio da alberi", mentre fantasiose l'etimologia che deriva Chiari dalla chiarezza delle sue acque.

A favore dell'interpretazione dell'aggettivo clarus Gnaga (1937) osserva che il territorio di Chiari presenta una toponomastica non antica ed una sistemazione relativamente recente di cui fanno fede i 3 canali artificiali maggiori che lo attraversano. 

Richiama inoltre il toponimo Montichiari situato in un'area fino alla fine del secolo scorso sterile e spoglia.

STORIA

Nell'antichità preromana le terre che ora ospitano la città lombarda di Chiari erano abitate da nuclei sparsi di Celti insubri e Cenomani.

Una vera e propria conurbazione fu però fondata solo nel 1125, con il nome di Clarium, sotto forma di un Castello (demolito nel XIX secolo (1800)). 

L'andamento delle Mura circolari del Borgo più antico è ancora perfettamente leggibile nel tessuto urbano attuale.

Nel 1237 il Castello fu assediato da Federico II, nel 1259 fu conquistata da Ezzelino da Romano, nel 1272 fu distrutto dai Guelfi, ma fu ricostruito dai Ghibellini.

All'inizio del XV secolo (1400) Chiari si trovava nell'orbita d'influenza dei Visconti di Milano.

Nel 1422 Filippo Maria Visconti gli concede privilegi amministrativi e riconosce l'autonomia politica. 

Ciononostante nel 1429 dopo un pesante bombardamento, la cittadina fu occupata dalle truppe della Serenissima e donata al Conte di Carmagnola, condottiero della Repubblica di Venezia. 

Da questo momento in poi Chiari fu sotto il dominio politico indiretto o diretto della Repubblica, condividendone le sorti. 

I nuovi governanti dotarono Chiari nello stesso 1429 di Statuti autonomi, suddividendola amministrativamente in 4 Quadre (quartieri): Zeveto, Marengo, Cortezzano e Villatico. 

Le Quadre erano organi politici e amministrativi con loro patrimonio, che escludevano dalla partecipazioni gli stranieri e i loro discendenti.

Nel 1512 subisce il saccheggio degli svizzeri di Lautrecht, i Lanzichenecchi.

Nel 1630, come molte zone della Lombardia, Chiari è colpita da un'epidemia di peste che causerà moltissimi morti.

Il 1° settembre del 1701 Chiari fu teatro di una sanguinosa battaglia con oltre 5000 morti, decisiva per la successione spagnola.

Nel 1713 si apre l'ospedale "Mellino Mellini" fondato dall'omonimo nobile e nel 1762 con i suoi numerosi filatoi di seta, la città diventa uno dei più importanti centri industriali del bresciano. 

Nel 1800 fu costruita la Torre Civica.

A seguito del Congresso di Vienna, nel 1815 passò alla provincia di Brescia del regno Lombardo-Veneto, controllato dagli Asburgo. 

Nel 1859, con il Decreto Rattazzi, con il quale si riorganizza la struttura amministrativa del Regno, Chiari divenne il capoluogo del Circondario di Chiari fino al 1927, anno in cui il circondario venne abolito.



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