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Tadao Ando: generazioni passate hanno modellato i paesaggi e i paesaggi modelleranno il pianeta del futuro

"... mentre nella nostra civiltà globale la consapevolezza ambientale collettiva sta crescendo, la progettazione del paesaggio è diventata un aspetto indispensabile della società."

Sottolineo il fatto che queste riflessioni non potevano che venire da un architetto giapponese, proveniente da una civiltà intrisa dalla filosofia Zen del giardino.

Per me - afferma Ando -, il giardino è una forma di “paradiso idealizzato”, caro agli abitanti di qualsiasi cultura.
Lo si vede nell’accuratezza con cui si scelgono i luoghi in cui crearlo, negli approcci progettuali site-specific e nel rispetto della topografia, che si materializza in sequenze miscelando vegetazione e acqua.

Quindi, nella forma e nella struttura di un giardino possiamo cogliere con chiarezza la cultura che lo ha generato.
All’interno dello spettro etnologico, i paesaggi cambiano in modo significativo.
Il giardino islamico presenta una serie di cortili che, oltre ad aiutarci a sopportare un clima ostile, esprimono con decisione il desiderio di oasi rigogliose e la fuggevole bellezza di varietà di fiori e piante.
I giardini all’italiana di Tivoli incarnano l’estetica classica per sottolineare la costruzione di un ordine razionale, utilizzando la conformazione del terreno per spettacolari giochi d’acqua.
Il giardino tradizionale giapponese simboleggia la particolare visione locale della natura attraverso una perfetta integrazione con l’ambiente e un’espressione di vita che si trasforma nel tempo.
Sebbene la loro esistenza sia legata a necessità alimentari, le risaie a gradoni e i campi terrazzati dei Paesi asiatici costituiscono un altro modello di giardino, ricco di bellezza e vitalità.
Ciascuna di queste tipologie trasmette i sogni di una generazione come messaggi sinceri a quelle successive.

Nella nostra civiltà globale la consapevolezza ambientale collettiva sta crescendo, la progettazione del paesaggio è diventata un aspetto indispensabile della società.
La sua scala e la sua portata si stanno espandendo rapidamente per diventare sempre più complesse, spaziando dai metodi tradizionali di orticoltura al ripristino degli ecosistemi connessi con le infrastrutture urbane, architettoniche e di ingegneria civile attraverso processi di creazione, intervento o integrazione.
Lo sviluppo sostenibile ha sottolineato l’importanza della coesistenza di natura e ambiente urbano.
La progettazione del paesaggio ha un grandissimo potenziale per risolvere le sfide della nostra epoca.

Vedendo la terra come una tela su cui è raffigurata l’attività dell’uomo, a volte mi chiedo che tipo di mondo dovrebbe essere il nostro.
La mia risposta è che dovrebbe essere un luogo dove la progettazione del paesaggio diventi una facciata rivolta verso il cielo.

(clicca qui per leggere tutto l'articolo uscito sulla rivista Domus)

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