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I talebani contro il cambiamento sono fra noi

Tutti i fondamentalisti credono ciecamente affidandosi a sacre scritture per professare convinzioni di un credo che diventa o deve diventare sociale, perché vogliono obbligare tutti a condividere un pensiero unico e assoluto, a costo di scatenare cacce all’uomo contro chi è fuori dal coro.

Guai a chi non si allinea o non si adegua.

I talebani nostrani, cominciano a torturare ed avversare già ai tempi della scuola, tutti coloro, bambini e ragazzi, che escono dagli schemi, insegnando e testimoniando agli altri bambini a diventare bulli nei confronti di chi è diverso da loro: più lento, più creativo, più solitario, più riflessivo, con una personalità che si fa espressione nel vestiario o nella pettinatura.

Chi è diverso è stigmatizzato come un malato da curare, così come si usava in Unione Sovietica o ancora in Cina, in cui si viene rinchiusi nei Gulag o nei campi di rieducazione, per essere normalizzati.

Usciti dalla scuola, i talebani nostrani impongono le scelte di vita a uomini e donne, con la religione corruttiva dei soldi che è così invasiva da giustificare ogni gesto, ogni scelta, ogni prepotenza, e perfino far dimenticare la propria salute per una salute sociale, dimenticando che quella che era chiamata evoluzione ed oggi resilienza, si basa un assioma: non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento.

Ma il cambiamento è esogeno e deve essere endogeno.

E la prima cosa, per cambiare è capire che i soldi con il loro potere, è una fata morgana in un deserto d''incertezza.


I talebani nostrani sono stati travolti dall’invasione della pandemia, e hanno dovuto scoprire e sottostare a nuove regole di vita, abbandonando vecchie abitudini, ma hanno continuato a combattere dalle periferie del potere, sorretti dalla dea economia, che ha ispirato la scienza per trovare una soluzione, a qualunque costo, e fomentato le società ad aderire, costi quel che costi, per tornare al potere del consumismo e della vita dell’inutile e del futile.

Ma hanno combattuto con tutte le loro forze per tornare al potere e se lo sono ripreso, facendo finta che tutto vada tutto bene madama la marchesa; l’hanno fatto per evitare che la piazza li disarcionasse, ma la realtà è che non hanno saputo cogliere il beneficio della crisi che è l’opportunità di salvarsi, attraverso la scuola e il lavoro da remoto, dai futuri disastri.

Si sono inventati un lasciapassare che hanno chiamato green pass, che di green non ha null’altro che la simbologia vuota, che invece dovrebbe essere riempito di ecosostenibilità ed ambiente, decentramento della popolazione nei territori abbandonati - anche con la creazione di smart city e il lavoro da remoto, creando le necessarie infrastrutture e servizi utili per renderli abitabili - la vera politica e azione per mettere in salvo la cittadinanza dalla vera catastrofe imminente.


Ma si sa, i talebani sono attaccati al conservatorismo ed ispirati dal vecchio e vedono come nemici i creativi, gli uomini e le donne fuori dal coro, i visionari; essi respingono ogni tentativo di interpretazione che non sia inquadrato nella più conservatrice tradizione spirituale e culturale del pensiero, adottando un atteggiamento repressivo nei confronti degli oppositori.

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